europAMICI di ANGELO BRANDUARDI




INTERVISTA ad ANGELO BRANDUARDI
di Mariella Radaelli de IL GIORNO edizione di Milano 5 aprile 2006.

IO, MENESTRELLO DI DIO POSSO LODARE FRANCESCO DALL'ALTARE DEL DUOMO

Milano - In Europa fino ad oggi ha realizzato ben duecentoquaranta rappresentazioni sulla straordinaria vita del poverello d'Assisi. Stasera, alle 21, Angelo Branduardi fa sbarcare il suo teatro sacro, "La Lauda di Francesco", in Duomo. Il menestrello di Cuggiono, adorato in Francia e Germania, cortese e laconico ("Non mi piace blaterare", sottolinea) continua il suo viaggio artistico sul grande santo cattolico, dopo l'album di qualche anno fa "L'infinitamente piccolo" (EMI), le cui canzoni, tutte derivate da fonti francescane, costituiscono la base musicale di questo spettacolo in forma di oratorio.
"C'è un recitativo fatto da tre attori nelle vesti di Francesco, Chiara e Bernardo. Seguono poi i suoni eseguiti da me e dai miei musicisti - spiega - E' una forma così arcaica da sembrare minimale, d'avanguardia e leggermente provocatoria".

Branduardi, è vero che lei adora suonare nelle chiese?
"Sì. C'è un aspetto stupendo... E' un emozione forte. Credo che faccia breccia anche nell'animo di un ateo. Abbiamo suonato nelle chiese più belle e altamente cariche di spiritualità, dal Duomo di Monreale alla Basilica di Assisi fino al meraviglioso eremo di Camaldoli. Quando succede avviene una specie di ascesi in senso psicologico e insieme organico. La verticalità di quei luoghi sacri dà un senso di vertigine. E non mi riferisco solo alle chiese gotiche ma anche a quelle romaniche. Poi c'è un fattore organico, genetico per noi occidentali. Non c'è niente da fare. Sono le nostre radici".

Il Duomo di Milano che cosa le rappresenta?
"Non ho mai suonato in Duomo. Conosco la Cattedrale perché è il cuore pulsante della mia seconda patria che è Milano. E' il simbolo della città dove ho abitato quando era il periodo della Bohéme. Adesso ci vengo poco. Abito in un paese sopra il Lago Maggiore".

Crede che Milano sia ancora una città adatta ai musicisti?
"Lo credo. E' l'ultima rimasta. Dopo il tramonto di Roma. Ma la verità è che io la frequento troppo poco".

Lei ha collaborato con parecchi musicisti e compositori da Battiato a Morricone...
"Ho lavorato con tutti i musicisti che me l'hanno chiesto. Mi piace persino andare a suonare con i ragazzi della trattoria egiziana di viale Padova. Mi diverto proprio come Woody Allen..."

Lei ha musicato versi di grandi poeti, da Yeats a Garcia Lorca fino a Esenin. Mentre il suo ultimo album "Altro e Altrove" (EMI) è dedicato alla poesia erotica primitiva di ogni angolo del mondo. Come a dire, dal sacro al profano...
"Io e mia moglie abbiamo un'intera parete stipata di volumi di poesia erotica antica. Molto materiale ci è stato spedito da 'pen friends', moltissimi ciclostili. L'album raccoglie testi di poeti anonimi fuorché Ovidio e un poeta afgano. Sono malato di esotismo".

Prossimi dischi?
"Non ne ho la minima idea".

E concerti?
"Non ne ho voglia: adesso sono troppo coinvolto in questa forma arcaica della lauda. A maggio riprenderò il tour europeo che durerà tutta l'estate".

Foto del concerto: http://weega.fotopic.net/c921471.html



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